A margine del “Codice Da Vinci”:
ecco i veri “figli” di Gesù!
“La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno
accolta”: cosi scrive San Giovanni nel prologo al suo Vangelo. Si la luce - quella “vera”, cioè Gesù
Cristo – è venuta nel mondo: e se certo traspare ancora da tante anime
“luminose”, il mondo nella sua globalità non l’ha ricevuta; perché, come annota
lo stesso evangelista nella sua prima lettera (5:19): “Tutto il mondo giace
sotto il potere del maligno”.
Del diavolo, ha detto qualcuno, se ne parla o troppo o troppo
poco. Anche per questo è con un po’ di esitazione che aggiungo qualcosa, che
pure mi sembra rilevante, a quanto già è stato detto, dibattuto, controbattuto
etc. a proposito del “Codice Da Vinci”: un indubbio evento mediatico,
che però molti dubbi ha sollevato sulla buona fede innanzitutto di chi ha
scritto e poi di chi ha pubblicato il libro, che con una mistificatrice
introduzione, pretendeva di convincere i lettori sulla verità e serietà delle
cose “svelate” dall’autore.
Certo se lo scopo di Dan Brown - e con lui dell’editore e poi del produttore
del film - era quello di incuriosire e/o scandalizzare per vendere alla grande,
l’obiettivo è stato ampiamente raggiunto.
Un breve ma eloquente commento su quest’opera è apparso qualche
giorno fa sul sito Ciai-s net : “Perdonali, non sanno quello che fanno, che
scrivono, che dicono, che pensano”: una censura, questa, che vale un po’ per noi
tutti. Non solo per quanti, come gli artefici di questa “kolossal” blasfemia
mediatica, “per loro conto crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono
ad infamia” (vedi la Lettera agli Ebrei, 6:6). Purtroppo, la vera “scoperta” del
“Codice Da Vinci”- e su cui vale la pena di riflettere - è l’ignoranza che tanti
cristiani hanno sull’essenza della loro fede.
“Ma che male c’è a pensare che Gesù abbia avuto dei figli?” Si è sentito dire da
parte di persone “semplici”, mentre da più autorevoli voci in campo teologico,
sembra sia mancata a volte una convincente confutazione dell’assurda ipotesi che Gesù abbia avuto dei figli carnali.
In realtà Gesù dei figli ne ha avuti, e tanti; ed è proprio vero
che ha lasciato una sua discendenza sulla terra.
Ma le cose non stanno proprio
come vorrebbe farci credere il “Codice Da Vinci”.
Più di cinque secoli prima, già il profeta Isaia predisse che il Messia avrebbe
generato una discendenza: “Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una
discendenza” (Isaia 53:10).
Più esplicitamente, lo stesso profeta mette in bocca al futuro Salvatore queste
parole: “Eccoci, io e i figli che il Signore mi ha dato” (Isaia 6:18, così anche
in Ebrei 2:12). Ma chi sono questi “figli” di Gesù, e come li ha
avuti?
Colui che poteva dire a testa alta ai suoi oppositori (anche allora ne aveva
tanti): “Chi di voi può convincermi di peccato” (San Giovanni 8:46) non ha avuto
figli da una segreta relazione con una donna.
E’ il sublime prologo del Vangelo di Giovanni, il vero “codice” che ci svela il
mistero sui “figli” di Gesù : “A quanti però l’hanno accolto, ha dato il potere
di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da
sangue né da volere di carne nè da volere di uomo, ma da Dio sono stati
generati” (1:12-13). Ecco un testo che davvero merita di essere “decriptato”: a
cominciare da quel “nome”che nasconde la vera identità di Gesù: Dio incarnato,
per farci suoi figli: figli di Dio!
E’ dalla sua carne innocente offerta in espiazione sulla croce, e
non dalla unione carnale con la Maddalena - come dopo venti secoli di Santi e
Dottori della Chiesa, pretenderebbe di rivelarci lo scrittore americano - che ha
avuto inizio la “discendenza” di Gesù.
E allora - e questa è davvero la scoperta più sensazionale e affascinante - si
scopre che i veri discendenti di Gesù sono tutte quelle persone - per lo più
gente “comune” - che attingono fede, amore e salvezza eterna dalla Passione e
Risurrezione di Gesù Cristo. “Cristiani” non perché conservano qualcosa del dna
di Gesù, ma perché, avendo creduto “nel suo nome” e nel suo amore, hanno
ricevuto il Suo stesso Spirito: quello “Spirito di verità” - ha detto Gesù - che
il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce”(San Giovanni
14:17); ed è per questo che il mondo si lascia coinvolgere così tanto da opere
squalificanti come il “Codice Da Vinci”, in fondo ognuno ha quel che vuole, e
quel che si merita!
Massimo Coppo
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